Cosa succede quando il musicista viene totalmente assorbito dalla musica? Quasi ne fosse posseduto?
La ricerca definisce questo fenomeno “Flow Experience” (esperienza di flusso)
In psicologia, il flusso (flow) viene anche ritenuto “esperienza ottimale” (una sorta di “trance positiva”). Si tratta di uno stato di coscienza in cui la persona è immersa totalmente nello svolgimento di un compito. Questo non deve essere necessariamente musicale, sportiva o attoriale. Infatti l’esperienza di flusso può essere provata durante un’attività ritenuta estremamente piacevole, appagante e che non costa fatica, come ad esempio lo studio o la seduzione. In riferimento a quest’ultima, questo sarebbe uno dei motivi per cui molti ritengono che la musica abbia una forte “carica sessuale” o sia “paragonabile al sesso” per le emozioni che fa provocare, oltre al fatto di attivare anch’essa il sistema della ricompensa, insieme di aree cerebrali coinvolte nella produzione di dopamina, ormone del piacere.
Ritornando al flow, il cui concetto è stato introdotto e studiato da Mihály Csíkszentmihályi a partire dal 1975, si tratta di una condizione caratterizzata da un totale coinvolgimento dell’individuo. Alcuni elementi tipici di questa esperienza sono il fatto di avere obiettivi chiari (si sa perfettamente con raggiungerli); concentrazione totale sul compito con focalizzazione sul presente, si perde completamente autoconsapevolezza e questo non solo porta a non avere preoccupazioni ma anche a perdere la concezione del tempo. Non provando fatica infatti non si sente lo trascorrere del tempo e si vive un’esperienza autotelica, provando un piacere intrinseco e fine a sé stesso.
Questa trance può aumentare le prestazioni. Per quanto riguarda il musicista solista si traduce con l’esecuzione di un pezzo pressoché senza errori e molto significativa al livello interpretativo, rispetto al solito, ovvero l’esecuzione controllata (e per questo razionale) o il ripasso. Spesso i musicisti riportano di sentirsi “posseduti dalla musica”, tanto che il corpo e la mente sono completamente “travolti” da questa forza potente che li mantiene agganciati quindi cognitivamente attivi e presenti consciamente, ma fa vivere il momento della performance come se fosse unico, irripetibile e carico di significato emozionale.
Il flow può essere raggiunto dal cantante o solo da uno strumentista? Sì, quando si immerge totalmente nel personaggio. Lo interpreta o ci crea una storia, tanto quanto l’attore.
Anche il corista o l’orchestrale può raggiungere questo stato, in questo caso però parliamo di blend, che si differenzia leggermente dal flow, pur essendone influenzato positivamente. Il blend è la fusione emotiva e musicale del singolo corista o musicista all’interno della somma delle parti (coro/orchestra). Si tratta del corrispettivo psicologico dell’armonia in musica. Solamente facendo esperienza del flow, un corista può provare il blend.